Caro energia: è crisi per le cartiere?

I costi energetici in aumento stanno portando le cartiere italiane ad affrontare una nuova crisi. Dopo aver sperimentato chiusure temporanee tra il 2022 e il 2023, il settore si trova nuovamente di fronte alla stessa difficoltà: l’impennata dei prezzi del gas rende la produzione poco conveniente.

Sebbene non siano ancora state annunciate decisioni ufficiali, molte aziende stanno già valutando possibili fermate produttive. Il 2025 si presenta con l’incubo della ripresa dei prezzi del gas, che potrebbero salire ancora del 40-50% come accaduto due anni fa.

“Resistere è il nostro obiettivo” afferma Carlo De Iuliis della Cartesar. Questa è la visione di alcuni imprenditori che purtroppo però non escludono eventuali chiusure.

Le testimonianze raccolte parlano di un aumento dei costi energetici pari al 30% dal mese di ottobre, con le aziende che non riescono più a sfruttare appieno gli impianti.

Antonio Di Blas, direttore della Cartiere del Garda, racconta delle difficoltà incontrate nel 2024, quando sono stati necessari sei fermi produttivi. Il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, sottolinea che il settore sta affrontando una situazione difficile e che molti imprenditori stanno considerando la possibilità di fermare la produzione per brevi periodi, tra i 2 e i 5 giorni, a causa dell’incertezza dei costi energetici.

A complicare ulteriormente la situazione è la crescente perdita di competitività rispetto ai produttori stranieri, che beneficiano di costi energetici più bassi, grazie all’uso di energie rinnovabili o nucleari.

Questo ha portato a un sorpasso nel 2024, con la carta importata che copre ormai il 55% del fabbisogno nazionale. La disparità di costi tra l’Italia e paesi come la Francia o la Germania penalizza le cartiere italiane, che non riescono a competere con i prezzi più bassi dei loro concorrenti. Poli, inoltre, chiede interventi concreti per la gas release e la protezione delle esportazioni di materia prima, come il macero, che viene riciclato in Italia per poi essere esportato con alti costi energetici e ambientali.

Rimane attuale inoltre il tema dello smaltimento dei rifiuti derivanti dal macero. Gli imprenditori chiedono l’implementazione di impianti per il recupero energetico di questi scarti, direttamente nelle cartiere. Questo potrebbe contribuire a ridurre i costi di smaltimento e minimizzare i trasporti, favorendo una maggiore sostenibilità.

Assistiamo oggi all’assenza di una sorta di “protezione” per il mondo industriale rispetto alla finanza che porta inevitabilmente le imprese ad inserirsi in un panorama difficile.